L’importanza del benesssere dei dipendenti in azienda
Sempre più aziende hanno preso a occuparsi seriamente della felicità dei loro dipendenti. La soddisfazione dei lavoratori ha dimostrato di portare maggiore efficienza e maggiore qualità alle operazioni aziendali. Inoltre, la felicità dei dipendenti è vista come un importante parametro di Sostenibilità e Responsabilità sociale d’Impresa (Corporate Social Responsibility) dalle aziende più all’avanguardia.
Così, la creazione di un ambiente di lavoro confortevole e stimolante è divenuto un importante strumento di pubbliche relazioni e un elemento da considerare nella ricerca di finanziamenti.
Chi è il Manager della Felicità?
La felicità come componente della cultura aziendale ha portato alla nascita di una nuova figura professionale: il Manager della Felicità (Felicity Manager). Questo professionista non è uno psicologo aziendale o un organizzatore di eventi. Si tratta piuttosto di un manager esperto in risorse umane con competenze molto verticali. Il ruolo del Manager della Felicità infatti è far diventare l’ambiente di lavoro uno spazio stimolante e coinvolgente, migliorare la qualità della vita dei lavoratori e così accrescere la produttività. Questo comprende molti ambiti:
- reclutamento e onboarding;
- pianificazione delle carriere;
- gestione delle prestazioni;
- coinvolgimento e riconoscimento degli obiettivi raggiunti;
- off-boarding e pensionamento.
Il Manager della Felicità ideale interviene quindi in ambiti di grande rilevanza. Questi riguardano lo sviluppo dei lavoratori nel breve e nel lungo periodo, con il duplice obiettivo di rendere la squadra più coesa e più efficace.
Negli Stati Uniti, i Manager della Felicità tendono ad avere due possibili job title:
- Chief Happiness Officer (Cho)
- Leadership & Learning Manager (Llm)
Il primo è più simile ad un manager HR e si occupa di monitorare e incrementare il livello di motivazione e soddisfazione dei dipendenti. Il secondo è un professionista ad ampio spettro che si incarica di ideare e realizzare il piano di formazione di ciascun dipendente. Il suo lavoro consiste nell’organizzare i corsi necessari per aggiornare la forza lavoro. Inoltre, programma i percorsi di carriera e svolge colloqui per individuare abilità e talenti nascosti.
Come si approccia la metodologia Lean Six Sigma alla questione?
L’approccio Lean Six Sigma mette le persone al primo posto per trasformare il loro approccio alla gestione, sviluppare le persone e migliorare i risultati. Tra gli elementi in evidenza ci sono:
Autonomazione piuttosto che automazione
Piuttosto che meccanizzare e robotizzare ogni passaggio produttivo è meglio utilizzare lavoratori addestrati. I software di aziende esterne sono oggi abbastanza flessibili ma ancora costringono ad adattare la produzione a sistemi non pienamente allineati. Un’azienda dovrebbe quanto più possibile sviluppare soluzioni in-house. La carta non è il nemico, avere a disposizione manuali, grafici e tabelloni è un dimostrato strumento di flessibilità. Questo approccio Lean Six Sigma, che valorizza l’elemento umano, supportandolo e non sostituendolo con le macchine si può definire “autonomazione”, il passaggio successivo all’automazione.
Possibilità di definire il proprio sito produttivo
Dove gli operatori sono liberi di definire gli spazi, i modi e la disposizione delle risorse si crea un maggior coinvolgimento con l’attività produttiva. Questo deve diventare un’abitudine e un processo di Miglioramento Continuo.
Bilanciare motivazione e competenze
Motivazione e competenze del personale sono due elementi chiave per tenere insieme produttività e felicità all’interno dell’azienda, in un circolo virtuoso che si autoalimenta. Soprattutto all’ingresso di nuovi lavoratori nell’azienda, è fondamentale creare motivazione e coinvolgimento. Le competenze sono da costruire con il tempo. Nessun professionista avrà tutte le competenze necessarie in ogni momento e dovrà sempre formarsi a nuove operazioni e mansioni. Per questo la metodologia Lean Six Sigma considera l’atteggiamento proattivo e lo stimolo intellettuale come ugualmente importanti alla capacità di apprendere.