La creatività viene spesso percepita come una qualità innata che appartiene a pochi fortunati e che, nella maggior parte dei casi, tende a svanire col passaggio all’età adulta.
Originalità, fantasia, senso artistico: questi sono alcuni dei parametri attraverso i quali definiamo il creativo. Lo immaginiamo pittore, scultore, ancor più inventore, modernamente anche un abile pubblicitario.
Ma la creatività è molto più di questo e, fortunatamente per noi, non è congenita, ma può essere allenata.
Pensiero creativo, una delle Life Skills
Quando nel 1993 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito le 10 competenze che facilitano l’individuo nella gestione delle sfide della vita quotidiana.
Insieme a Problem Solving, Decision Making e Comunicazione Efficace, ha riservato un posto di rilievo al Creative Thinking.
Per comprendere il peso di questo inserimento, vale la pena aggiungere che nell’interpretazione dell’OMS, le Life Skills possono (devono) essere trasmesse ai giovani (e non solo) come abilità che si acquisiscono tramite apprendimento e allenamento.
Non innate, dunque, ma a disposizione di tutti, a patto di dimostrare il desiderio di imparare.
Il valore? Citando gli estensori del documento, “contribuiscono sia al Decision Making, sia al Problem Solving, perché ci permettono di esplorare le alternative disponibili e le conseguenze delle nostre azioni”.
Inoltre “ci aiutano a guardare oltre la nostra esperienza diretta e, anche quando non dobbiamo risolvere un problema, né prendere una decisione, il Pensiero Creativo ci può aiutare ad adattarci e a essere flessibili di fronte alle richieste della quotidianità”.
Pensiero Laterale
Il concetto era stato reso celebre negli Anni Sessanta da Edward De Bono. In ‘The Use of Lateral Thinking’ lo psicologo maltese suggerisce come, per risolvere problematiche particolarmente complesse, dobbiamo evitare i loop mentali dettati dalle abitudini, non lasciarci ingabbiare dalle esperienze, abbandonare la rigidità del pensiero verticale.
Le convinzioni che diamo per scontate ci oscurano la visuale e vanno abbattute se vogliamo percepire tutte le alternative disponibili.
Logica e Creatività
Il ragionamento logico è l’arma più preziosa a nostra disposizione e, non a caso, la più utilizzata. La mente umana, attraverso conoscenze ed esperienza, costruisce un complesso reticolo di connessioni che permette di raggiungere con rapidità (e nella maggior parte dei casi efficienza) la soluzione alle criticità emerse.
A volte, però, la logica non basta, fallisce, semplicemente perché dall’angolazione abituale il problema risulta insolubile.
È qui che il Creative Thinking deve giungere in soccorso. Abbiamo bisogno di guardare la vicenda da un’altra prospettiva, senza farci condizionare dai soliti schemi.
Un cammino pieno di difficoltà
Educati come siamo al Pensiero Logico, non è semplice approcciarsi alla creatività. Soprattutto non è facile lo switch…
Del resto finché funziona la logica, è a quella che ci affidiamo. Il Pensiero Creativo rischia di diventare una carta da giocare solo in caso di emergenza e così allenarsi è difficile.
Idealmente sarebbe meglio coinvolgerlo più spesso, ma inseguiti dalle urgenze della quotidianità, è legittimo preferire la rapidità degli schemi abituali.
Inoltre dobbiamo combattere l’istinto a pensare:
- se dicessi tutto quello che mi passa per la testa, farei la figura dello sciocco di fronte a tutti;
- se abbiamo sempre fatto in un certo modo, deve essere quello corretto;
- se avesse funzionato, qualcuno ci avrebbe pensato prima di me.
Fanno tutte parte di quelle considerazioni apparentemente logiche che è necessario zittire se vogliamo essere creativi.
Cos’è il Pensiero Creativo?
Innanzitutto è una metacompetenza, è trasversale, si adatta e risulta utile indipendentemente dalla disciplina praticata. Inoltre:
- silenzia le convinzioni dettate da logica ed esperienza;
- rompe gli schemi abituali di pensiero;
- prende spunto da provocazioni;
- suggerisce nuovi percorsi;
- cerca soluzioni tramite associazioni insolite;
- facilita intuizioni innovative e rivoluzionarie.
Thinking out of the box
Un tempo le conoscenze distinguevano le persone. Il percorso di studi, ciò che veniva appreso in classe o attraverso l’esperienza diretta aveva un’incidenza determinante sul potenziale degli individui.
Oggi tutti abbiamo accesso alle stesse informazioni. La conoscenza raramente è una fonte di distinzione.
A emergere è chi pensa fuori dagli schemi, chi non si lascia limitare dal proprio sguardo.
In un contesto simile, la creatività non è un lusso, ma diventa una necessità.
Come si esce dalla scatola?
Spezzare le trame intessute dal vissuto non è facile.
Il primo passo è il più complesso: dobbiamo convincere la nostra mente ad abbracciare qualcosa che generalmente riteniamo irrilevante, o addirittura sbagliato, perfino assurdo.
Prendiamo come esempio un progetto di miglioramento Lean Six Sigma:
a causa radice è emersa, ma le soluzioni abituali non sono adattabili, o non hanno prodotto risultati apprezzabili.
Studiare il problema con i soliti schemi stavolta non funziona, guardare un foglio bianco o lo schermo del pc non aiuta.
Serve lavorare in team, lanciare un brainstorming nel quale coinvolgere anche qualcuno di insolito, che non abbia gli stessi nostri condizionamenti, evidentemente responsabili del blocco.
Non basta: bisogna trasmettere coraggio, incoscienza: ogni pensiero, anche il meno sensato, può essere utile a superare l’impasse.
Un’idea pazza può diventare l’assist migliore per costruirvi sopra una soluzione geniale.
L’intuizione richiede una rottura con il passato e un pizzico di follia, perciò vietato giudicare e ancor più deridere: vale tutto!
5 cose da sapere sul Pensiero Creativo
- Il disordine può diventare una qualità, quando permette di confondere i nostri blocchi mentali.
- La compagnia facilita la fantasia, perché i pensieri altrui ci elevano per vedere oltre la siepe del nostro cortile. Anche la solitudine, però, può essere creativa. Anzi, una fase individuale che preceda quella di gruppo è fondamentale per produrre pensieri incondizionati.
- Il Pensiero Creativo adora le domande: sono le chiavi per aprire le porte dietro alle quali si nasconde l’innovazione.
- L’esercizio fisico aiuta il pensiero creativo: camminare ci scrolla di dosso la banalità e lascia correre i pensieri.
- Il Pensiero Creativo fallisce spesso: non possiamo considerarlo un bancomat di soluzioni per i momenti difficili, altrimenti risulterà deludente.
Fasi divergente e convergente
Come premesso, il lavoro di gruppo è il viatico migliore per raggiungere strade mai battute prima. È difficile vedere il mondo con gli occhi degli altri, ma niente ci impedisce di farcelo raccontare.
La fotografia che ci verrà offerta potrebbe risultare estremamente preziosa per colmare gli inevitabili punti ciechi prodotti dalla nostra visuale.
Serve pazienza, perché il Pensiero Creativo non è veloce come quello logico e neanche altrettanto efficiente o tantomeno efficace.
Bisogna investire tempo per generare un gran numero di alternative e non bloccare il processo davanti all’illusione di aver prodotto la soluzione.
Per facilitare un corretto flusso creativo, è importante separare la fase divergente (generazione di idee, alternative, possibili soluzioni) e quella convergente (analisi, scelta e sviluppo dell’idea vincente). Nella prima fase i giudizi di ogni tipo sono banditi.
Blocchi al Pensiero Creativo
- Io non ho creatività
- Non è vero, il problema è che non la alleni adeguatamente
- Conosco la risposta esatta
- La risposta non va declina al singolare: esistono molte risposte esatte e chi ne offre una diversa non ci sta criticando, ma aiutando.
- Non ha senso
- Non lo ha secondo il Pensiero Logico, ma non possiamo affidarci solo a esso.
- Non è possibile
- Forse oggi, ma può diventarlo
- Nessuno lo ha mai fatto
- Appunto!