La Metodologia Lean Six Sigma riunisce in sé le caratteristiche proprie del metodo scientifico con quelle della gestione e organizzazione dei progetti.
Anche se non è facile ricondurla a pochi vocaboli, è un esercizio che ci sentiamo di compiere, per lasciare ai nostri lettori spunti di riflessione e riferimenti utili.
Una panoramica che possa essere d’aiuto nel ricordare e ripercorrere le cinque fasi del ciclo DMAIC nella loro applicazione quotidiana in azienda e non solo.
Vediamo insieme quali sono i 10 vocaboli essenziali della metodologia Lean Six Sigma.
Define
1. VOC (Voice Of Customer). È la voce del cliente, che riferisce le proprie aspettative, le problematiche, le preferenze e i bisogni in merito al prodotto o servizio che riceve. È la percezione del problema che siamo chiamati a tradurre in termini quantitativi attraverso la definizione delle metriche di progetto, le CTQ (Critical To Quality).
2. Mappatura (Process Mapping). È la rappresentazione grafica fatta allo scopo di rendere evidente a tutto il team come si articola il processo in esame. È uno strumento molto potente nella sua semplicità, che consente di evidenziare attività a Valore Aggiunto (VA – Value Added), a Non Valore Aggiunto (NVA – No Value Added) e aree di criticità.
Measure
3. Dati. Sono tutte le informazioni di progetto raccolte tramite l’osservazione e la misura diretta in campo o attraverso serie storiche. Possono essere di tipo numerico o meno, ma comunque associati a fenomeni fisici, oggetti o eventi. Nella metodologia Lean Six Sigma, l’approccio data driven è alla base di tutte le analisi, porta con sé i concetti e l’approccio del metodo scientifico e, trattando i dati con gli strumenti della statistica, fornisce le indicazioni per orientare e dirigere il percorso di progetto.
4. Performance. In un qualunque processo, la misurazione delle performance è l’attività che, a partire dai dati di input e grazie all’analisi di output e outcome, ha l’obiettivo di identificare e quantificare i risultati attuali (As-Is), confrontarli con i target e stimarne gli sviluppi in ottica di incremento e miglioramento (To-Be).
Analyze
5. Statistica. L’approccio statistico è alla base del metodo Lean Six Sigma e ha lo scopo, tra gli altri, di analizzare la variabilità dei processi per poterla ridurre e, in seguito, aumentarne qualità e prestazioni. Nel percorso DMAIC si utilizza sia la statistica descrittiva, per indagare e misurare le caratteristiche di un campione, sia quella inferenziale, grazie alla quale, a partire dalle caratteristiche del campione, si stimano quelle dell’intera popolazione.
6. Causa radice (RCA – Root Cause Analysis). La ricerca e analisi delle cause radice è l’attività che consente di studiare e integrare i dati raccolti, per risalire alle cause profonde del problema in oggetto, ripercorrendo tutti i rapporti causa-effetto. Strumenti come il Fishbone Diagram di ishikawa e la tecnica dei 5 Perché (5 Whys) aiutano a organizzare tutte le possibili cause, evidenziando poi quelle principali, ma mantenendo la visione di insieme sul problema e sugli obiettivi finali.
Improve
7. Semplificazione. Nel Lean Six Sigma si intende lo stile manageriale che consente di snellire i processi, decisionali e produttivi, rendendoli più fluidi e lineari, per aumentarne l’efficienza. Tale approccio consente di incrementare la qualità generale nel processo, anche attraverso l’uso delle tecnologie digitali abilitanti e l’autonomazione (Jidoka), riducendo al tempo stesso i costi, tramite la riduzione delle attività NVA e una impostazione di maggior ordine e chiarezza nei processi organizzativi aziendali.
8. Soluzioni. Il processo rigoroso e scientifico del metodo Lean Six Sigma richiede il passaggio dall’analisi del processo all’azione sul processo. L’identificazione delle possibili soluzioni, con gli strumenti tipici dell’approccio Six Sigma (DOE – Design Of Experiment), della filosofia Lean (OPL, SOP, Kanban e 5S tra gli altri) e del Creative Thinking (Brainstorming, Six Thinking Hats, SCAMPER, per citarne alcuni) e la loro successiva prioritizzazione e scelta tramite la Matrice Delle Priorità, consente di arrivare alla definizione del Piano di Azione (Action Plan), necessario per stabilire tempi, ruoli e responsabilità nell’implementazione delle azioni di miglioramento.
Control
9. Monitoraggio (Monitoring). Il monitoraggio è l’anello di congiunzione tra il prima e il dopo, tra ciò che era il processo e ciò che è diventato a seguito delle attività di miglioramento. Durante questa fase, è possibile valutare tempestivamente gli scostamenti tra i valori registrati e quelli target, per verificare la stabilità e la capacità del processo e intervenire in tempo reale, in modo da garantire il mantenimento delle nuove performance.
10. Chiusura di progetto (Project Closure). Per chiusura del progetto si intende quell’insieme di azioni con le quali si effettua, verso chi dirige o opera abitualmente sul processo, il passaggio di consegne, ivi compresa tutta la documentazione sviluppata durante il progetto: report, procedure, indicazioni su target e sviluppi futuri, KPI da monitorare, strumenti da utilizzare e quant’altro necessario a mantenere il processo sulla strada del Continuos Improvement.